Gli impatti della trasformazione digitale

Un contributo di Maurizio Morini per "Democrazia Futura" sui mutamenti organizzativi a seguito delle innovazioni nei campi dell'automazione e dell'Intelligenza artificiale.

Il ruolo di automazione e intelligenza artificiale

Per prepararsi a un futuro nel quale il lavoro umano viene messo in discussione non basterà rispondere alle esigenze tecnologiche di qualsiasi genere ed aspetto. Bisogna valutare gli impatti della relazione tra automazione, intelligenza artificiale e lavoro delle persone.

Vari studi suggeriscono che quasi la metà di tutti i posti di lavoro potrebbe essere teoricamente automatizzata, ma non vorremo fermarci a questo “automatismo”: infatti sono da evidenziare ulteriori importanti sfumature.

La prima è che automazione e intelligenza artificiale creano e sostituiscono posti di lavoro, ma i sistemi siffatti hanno ancora bisogno dell’uomo per essere sviluppati, per gestire i casi non routinari, per fornire un tocco umano e per monitorare i guasti.

Una seconda sfumatura è che, almeno nel prossimo futuro, i sistemi tecnologici saranno in grado di assumere solo compiti specifici piuttosto che interi lavori. È vero che il 60 per cento di tutti i lavori ha almeno alcune mansioni che potrebbero essere automatizzate, ma solo il 5 per cento è a rischio di completa automazione. Inoltre, poiché l’intelligenza artificiale eccelle nei compiti di routine, può liberare gli esseri umani per sfide più interessanti. Questo approccio “aumentativo”, più che di automazione, offre le migliori opportunità non solo per preservare l’occupazione, ma anche per garantire automatizzazioni efficaci e di valore.

Il coinvolgimento attivo dei lavoratori nello sviluppo, nell’adozione e nell’implementazione della tecnologia può portare a sistemi più pratici, innovativi ed efficaci.

Tuttavia, anche con un approccio di tipo aumentativo, i sistemi di automazione e Intelligenza Artificiale comporteranno un corto circuito potenzialmente significativo dell’evoluzione dei posti di lavoro e richiederanno un ripensamento dei sistemi educativi, occupazionali e politici.

Sebbene le competenze tecnologiche sembrino un investimento utile, c’è anche bisogno di competenze generali che possano migliorare l’adattabilità all’occupazione, come il pensiero critico e le competenze che l’Intelligenza Artificiale fatica a replicare, come la creatività, il tocco umano e l’intelligenza emotiva.

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